Il principio di sussidiarietà afferma che le decisioni dovrebbero essere prese al livello più vicino ai cittadini possibile. Ciò significa che un ente superiore (es. Stato) dovrebbe intervenire solo quando un ente inferiore (es. Comune) non è in grado di risolvere un problema. L'obiettivo è garantire un'efficienza maggiore e una maggiore partecipazione democratica.
Compendio "Dottrina Sociale della Chiesa" n.185:
La sussidiarietà è tra le più costanti e caratteristiche direttive della dottrina sociale della Chiesa (Rerum Novarum), presente fin dalla prima grande enciclica sociale. È impossibile promuovere la dignità della persona se non prendendosi cura della famiglia, dei gruppi, delle associazioni, delle realtà territoriali locali, in breve, di quelle espressioni aggregative di tipo economico, sociale, culturale, sportivo, ricreativo, professionale, politico, alle quali le persone danno spontaneamente vita e che rendono loro possibile una effettiva crescita sociale. È questo l'ambito della società civile, intesa come l'insieme dei rapporti tra individui e tra società intermedie, che si realizzano in forma originaria e grazie alla «soggettività creativa del cittadino». La rete di questi rapporti innerva il tessuto sociale e costituisce la base di una vera comunità di persone, rendendo possibile il riconoscimento di forme più elevate di socialità.
Mons. Santoro illustra il principio di sussidiarietà della dottrina sociale della chiesa.
Caritas in veritate (2009) di Papa Benedetto XVI: "Riconoscendo nella reciprocità l’intima costituzione dell’essere umano, la sussidiarietà è l’antidoto più efficace contro ogni forma di assistenzialismo paternalista. Essa può dar conto sia della molteplice articolazione dei piani e quindi della pluralità dei soggetti, sia di un loro coordinamento" (57).
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